Per il design, la configurazione, il contributo di idee, la straordinaria consulenza tecnica e tecnologica, gli operosi consigli e la dolce amicizia, splendido mix che ha consentito la nascita di questo blog dobbiamo ringraziare, e non lo faremo mai abbastanza, la persona di Giacomo Aula, che tutti conoscono nella veste di finissimo interprete delle magie musicali afroamericane, forse non in quella di sagace e versatile ingegnere informatico: tanto che non sapremmo deciderci su quale delle “tastiere” lui risulta essere più bravo e virtuoso ….
Dentro il Luogo, il blog che ha accompagnato per un lungo tratto di strada progetti come la Commissione Scuola-Famiglia e lo Sportello di Ascolto presso il Primo Circolo di Sarno, ha provato a vincere una scommessa, quella più ardua oggi in tempi così magri e asfittici: la scommessa educativa che, per il mandato implicito nel suo nome stesso, prova a cambiare le cose, vivisezionando la realtà attraverso l’uso di un pensiero critico e vigile.
Il tema dell’educazione, per quanto ne resta negli anfratti dei discorsi e nei comportamenti degli attori sociali, è un test del modo in cui un complesso dinamico e interattivo come la società pensa il suo futuro e nel pensarlo, decide del suo presente.
ci si rifaceva alla regola aurea che nella vita “c’è un tempo per ogni cosa” : quello che a noi suggerisce questa sorta di mantra è che ormai è tempo di dirottare le nostre energie verso campi che possono prometterci semine più comode e raccolti ragionevolmente più fruttuosi di quelli trovati sul nostro percorso fino ad ora.
Parafrasando un vecchio e fortunato libro statunitense che si occupava del tempo moderno e di come le tecnologie recenti avessero irrimediabilmente mutato la percezione e il nostro pensare oggetti sociali come la famiglia, l’infanzia e l’autorità, potremmo rifare il nome del blog transitando verso una sua formulazione che ne conserva le radici e l’ispirazione primigenie e in più ne traccia il suo superamento aprendosi a linguaggi e discipline che “spiegano” la realtà in cui viviamo.
Oltre il senso del luogo – questo era il titolo del libro – ma a noi serve per misurare l’intreccio tra vecchio e nuovo (tema quanto mai effervescente proprio in queste ore nel dibattito politico), il locale e il globale, la disputa tra tradizione e innovazione, tra democrazie classiche o sovranazionali o di rete, tra un’idea di cultura vecchio stile e quanto va sotto il nome di cultura convergente. Tutto ciò può diventare lo spazio in cui insinuare la nostra riflessione, riducendo la distanza che separa quella parte del web e dei social network dedite al facile e un po’ cialtrone mainstream da quella che stimola, provoca, incalza, aggrega non superficialmente, suscita confronto e prese di posizioni.
Da qui si ricomincia, per nuove battaglie, salvando il bambino dall’acqua sporca, ma pensando anche al bambino di domani…