domenica 23 giugno 2013

GIOIA DI VIVERE


HENRI MATISSE - GIOIA DIVIVERE
olio su tela del 1906 esposto nella Fondazione Barnes nel Merion USA


Elio nello spot "Estate" https://www.youtube.com/watch?v=CfeX00J2VH4

E' qui l'estate. A differenza del "clima" esistenziale che caratterizzava la canzone omonima "meravigliosamente triste e struggente"  di Bruno Martino, dove le parole dicevano di storie, amori passati e di dolori futuri, l' estate è una stagione che tutti agognano lungo tutto l'arco dell'anno per ritemprarsi dalle fatiche dell'inverno, concedersi il meritato riposo, prendere fiato e godere dei "mille-splendidi-soli" 
che fanno riverberare sulla superficie terrestre la loro luce benefica e abbacinante.
Agli amici del blog e del gruppo omonimo su Facebook, ci piace fare questo
piccolo dono: lo splendido quadro del pittore fauvista francese Gioia di vivere,
un dolce viatico per questi due mesi intensi,  per dimenticare, "obliare" avrebbe detto Nietzsche, le ansie e i problemi che ci hanno oppresso o guardare con occhi
più distesi e meno ansiosi quelli che forse ci opprimono ancora.
Si dice che l'estate sia un balsamo, un calore intenso e diffuso che ci penetra e ci vivifica, che coincide con le vacanze, periodo che sta per vuoto, "vacatio", alleggerimento dei pensieri e della sindrome della reperibilità permanente.
Insieme al quadro c'è la scheggia di Elio che col suo incalzante ritmo esprime bene il fascino della festa....
Concludiamo con alcuni frammenti tratti dal racconto Agosto dello scrittore polacco Bruno Schulz : "(...) inebriati di luce, sfogliavamo il grande libro delle vacanze, le cui pagine avvampavano tutte di sole e avevano nel fondo la polpa, docle fino alla nausea, delle pere dorate."












martedì 4 giugno 2013

EDIPO, ANTIEDIPO, NARCISO E...TELEMACO



Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco - Genitori e Figli dopo il tramonto del Padre - Feltrinelli



Eccoli qua i ritratti dei figli del tempo, dell'immaginario e della letteratura...
Decenni consumati nel descrivere e spiegare la crescita dell'uomo mescolando il mito
e la psicoanalisi, rovesciando poi nel fragore della contestazione il paradigma del complesso di Edipo in quello di un Anti Edipo che desidera incessantemente e
non ha alcuna voglia di disfarsi del padre come "profetizzato" nella tragedia di Sofocle.
Ma in agguato c'è un'altra immagine, quella compiaciuta di se stessa e della propria irriducibile identità: Narciso!
Lo specchio d'acqua come il mio mondo, moi meme come misura della mia spavalderia e fragilità e della volontà di non provare dolore.
Ultima scena: Telemaco che richiama dal mare,  cercandolo,  il proprio padre che lo ha abbandonato e gli chiede di ripristinare la Legge contro coloro che l'hanno infranta.
Sono questi i figli, le icone sacro/profane che accomunano generazione di genitori e i loro eredi. E questi ultimi, che cosa erediteranno e soprattutto con quale animo e intelligenza  prenderanno possesso di ciò che la storia sta per affidare alle loro mani ?

Quale di questi figli preferireste che i vosti figli siano o diventino?