mercoledì 9 gennaio 2013

FACEBOOK PUO' UCCIDERE?

Carolina uccisa da un tremendo furore bullistico,  da un implacabile meccanismo ad orologeria che scatta ogni volta che qualcuno "scopre" l'altro debole e vulnerabile.

La natura umana, complessa e irriducibilmente misteriosa, fa questo e altro.
Siamo cattivi? Spietati?

Le risposte possono tante e nessuna: la psicologia ha indagato a fondo i temi dell'aggressività distruttiva, di quella multiforme e per certi versi insondabile "verità" che è depositata nell'animo di ciascuno.
Qui di seguito vi offriamo il resoconto del Corriere e la ricostruzione che su YT ne dà Serafino Massoni, più il link di un giornale locale che paventa il pericolo della "caccia alle streghe"...
                  Voi invece che ne pensate?

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1Q0G25

http://torino.ogginotizie.it/203743-carolina-suicida-a-14-anni-ora-si-rischia-la-a-039-caccia-alle-streghea-039/

https://www.youtube.com/watch?v=RTVjSmf_aqU

4 commenti:

  1. Non bisogna addossare tutta la responsabilità a Face-book.Questa ragazza non ha trovato nessuno disposto ad ascoltarla o ad accorgersi del suo profondo malessere.Chiediamoci piuttosto dove può fallire un genitore,un insegnante o semplicemente un amico se non riesce a rassicurare, aiutare o solamente ascoltare una ragazza di 14 anni.Sono convinta che casi come questo,possono essere evitati se tra scuola e famiglia si instaura un buon rapporto di collaborazione.Parliamo di più ai nostri ragazzi del bullismo e degli effetti collaterali delle nuove tecnologie .

    RispondiElimina
  2. Purtroppo ci "sentiamo" piuttosto che ascoltarci e ascoltare. Crediamo che arrivare sulla luna, creare tablet sempre più sofisticati ci faccia essere all'avanguardia, al passo con i tempi.Chi paga lo scotto di tanta "modernità"? Le relazioni, che tra esseri umani sono sempre meno: l'interazione è sempre più tra uomo e macchina e piano piano stiamo perdendo il sapore delle parole, la musicalità dell'ascolto, la possibilità di leggere negli occhi degli altri quello che siamo, la capacità di chiedere aiuto attraverso una parola non detta....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'Amministratore del Blog Giancarlo Palumbo12 gennaio 2013 alle ore 14:18

      Siamo perfettamente d'accordo con l' "anonimo" del 10 gennaio. Sottoscriviamo ogni parola.
      Questo blog dedicherà molto spazio ai temi sollevati dalsuocommento. Grazie.

      Elimina
  3. Il bullismo è un fenomeno sociale che nasconde la grande incapacità dimostrata dalle nuove generazioni di "riflettere". Le nuove tecnologie spersonalizzano uniformando i giovani ad uno stereotipo sociale di tipo anonimo. La domanda è: Quanti insegnanti parlano con i propri alunni stimolandoli a riflettere?
    "Ci si rivolge alla classe come fosse un'entità unica, indifferenziata e non l'incontro (scontro) di identità irriducibili, considerando i ragazzi e gli universi che in loro sono compresi, così come l'intricatissima rete di relazioni nella quale sono profondamente immersi (e talvolta irretiti), come un soggetto, o peggio, un oggetto collettivo anonimo e uniforme, “mentre - ci ricorda Dolci - perfino ogni fiocco di neve e, ben oltre, ogni organismo, ogni senno è necessariamente diverso da un altro”.
    Docenti più o meno impersonali e separati tra loro dai rispettivi presidi disciplinari, si rivolgono a studenti angelicati (o demonizzati, se inadempienti), privi di sesso, storia, emozioni: incorporei, astratti, considerati per ciò che non sono più e ciò che non sono ancora, ma non per ciò che sono, per ciò che non sanno e per ciò che devono imparare, ma non per ciò che sanno".
    (Evidenziatore di Maurizio Parodi per il CGD)

    RispondiElimina